Bibliografia

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Christian Hess e la Sicilia

Laura Bica

 
Palermo Rotary  - n. 6 Dicembre 1974
 

La Sicilia ha reso omaggio – nel trentesimo anniversario della morte – al pittore tedesco Christian Hess, nato a Bolzano il 24 dicembre del 1895 e spentosi a Innsbruck il 26 novembre del 1944. Appunto lo scorso 26 novembre è stata inaugurata a Palermo, nel Palazzo del turismo, alla presenza di autorità e di esponenti del mondo artistico, culturale e diplomatico, una grande retrospettiva delle sue opere, organizzata dalla Regione siciliana in collaborazione con l’Azienda di Turismo e il Goethe Institut di Palermo.

Nello stesso giorno un’altra significativa cerimonia si compiva ad Innsbruck. Il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, dott. Aldo Lucciarini, il presidente dell’Unione artisti dek Sud Tirolo, Wilfried Kirschl, e il noto pittore austriaco Paul Flora, hanno deposto sulla tomba dell’artista scomparso trent’anni fa una corona di fiori con la scritta: ”La Sicilia a Christian Hess”. Radio e televisione e giornali italiani e stranieri hanno sottolineato l’importante avvenimento culturale al quale anche “Palermo Rotary” desidera dare rilievo. All’iniziativa, infatti, hanno anche collaborato egregi rotariani. Tra i promotori: il Rettore della Università di Messina, Salvatore Pugliatti, il direttore del Giornale di Sicilia, Roberto Ciuni, i giornalisti Domenico M. Ardizzone e Aldo Scimè del Club di Palermo e il prof. Giuseppe Campione del Club di Messina.

Con questa mostra, che ha carattere itinerante, la Sicilia vuole restituire un pittore che l’ha amata alla cultura europea cui appartiene. Così afferma Leonardo Sciascia nella presentazione del catalogo monografico pubblicato dalla Cassa di risparmio delle province siciliane e che contiene un centinaio di illustrazioni e saggi di Marcello Venturoli e del critico tedesco Hans Eckstein che conobbe personalmente l’artista, considerato uno dei talenti migliori e più interessanti che siano usciti, tra le due guerre dalla scuola monacense, così ricca di tradizioni.

Dopo i primi studi a Innsbruck, Christian Hess si formò, sulla scia delle correnti dell’espressionismo, all’Akademie der Bildenden Künste di Monaco, fece parte del movimento “Juryfreie” e, come altri artisti tedeschi che durante l’oppressione nazista emigrarono, visse e lavorò vari anni in Italia, Svizzera e Austria. Per sottolineare l’ideale di libertà che animò l’artista, il Parlamento Europeo ha concesso alla manifestazione il suo patrocinio. Dopo il successo ottenuto a Palermo, la mostra verrà presentata in gennaio a Roma alla Biblioteca Germanica di via del Corso, e successivamente - sempre a cura del Goethe Institut - a Padova, Genova, Trieste, Bolzano, Torino, Milano quindi a Innsbruck, Zurigo e Monaco di Baviera, dove concluderà il suo giro nella primavera del 1976.

La retrospettiva delle opere di Christian Hess è soprattutto un sacrosanto atto di giustizia, la restituzione ai livelli di grande artista del ’900 ad un pittore che la sfortunata esistenza e la fine immatura avevano fatto dimenticare. Ed è bello e pieno di significativo che questo atto di giustizia provenga dalla Sicilia, che ha rappresentato per Hess i soli momenti di serenità della sua inquieta ricerca di pace e libertà. Vissuto tra le ferite di una guerra mondiale e la preparazione di un’altra, Hess trova in Sicilia, non solo il riparo dalla bufera nazista ma anche e soprattutto il momento della grande ispirazione. Il rapporto artistico pittore-Sicilia diviene rapporto di vita, rapporto reale. Hess dipinge altrove, ed è grande, ma il pacato racconto di “Covoni nel Tirolo” non ha l’intensa emozione di “Veliero sullo Stretto”.  Non è sciovinismo il mio, ché degli autoritratti il meno fotografico ma il più vero è “Autoritratto sulla barca”.

Piuttosto occorre segnalare due momenti dell’amore per la Sicilia, che corrispondono a due diversi stati d’animo. Uno descrittivo, in cui l’occhio germanico dalla solida cultura umanistica, affettuoso ma estraneo, vede, indaga e narra i fatti della vita di ogni giorno del popolo e della terra di Sicilia. E’ il momento dei sornioni “Nettuno”, di “Uliveto con donne”, di “Donne di Sicilia” ma soprattutto de “L’indovino” e di “Ladro e carabiniere”, autentico capolavoro in cui l’avvicinamento tra le due figure rivali deve fare pensare ad una profondissima lezione morale. Né mi pare che Hess abbia casualmente posto in prospettiva il “Vapore”, simbolo di una emigrazione che è una condizione e che insieme alle due colombe riunisce i due nemici, figli della stessa terra e degli stessi problemi.

Questa “comprensione” della Sicilia sbocca nel secondo atteggiamento, non più di descrizione ma di totale immedesimazione. Hess diviene esso stesso siciliano e si cala e vive nella. stessa natura aspra, piena di caldo e piante grasse di “Asinello e fichidindia” e “Caprone e fichidindia”. La stessa pennellata prima serena e lineare diviene intensa e impulsiva, conscia di una diversa emozione. Ovviamente i due momenti sono coesistenti e cronologicamente inscindibili, solo prevalgono ora l’uno ora l’altro, senza mai escludersi, a completare uno stile personalissimo, e dal linguaggio assai immediato sino a sfociare nel pieno equilibrio e nella maturità di “Autoritratto sulla barca” dove mè escluso ogni intellettualismo e la ricerca dello spirito coincide nei risultati con la ricerca plastica e coloristica.

Proprio questo quadro e la composta sensualità delle sue “Modelle” mi fanno pensare al Gauguin  anche lui esule volontario nei mari del Sud; alla sua essenzialità nel disegno, alla sua analoga, ossessiva ricerca di quiete e verità. Questo accostamento mentale mi pone il solito problema della classificazione, problema caro assai ai critici che ne fanno base di magnifiche e assai produttive  evoluzioni dialettiche. Hess è espressionista? Hess risente dell’impressionismo? Quali sono i suoi rapporti con l’astrattismo?

Non vorrei sembrare semplicistica dicendo che Hess è soprattutto Christian Hess. Cresciuto nel clima espressionista e post-impressionista ne è facile riconoscere l’impronta in “Bagnanti sul lago”, mentre è fortissimo, nella analisi più razionale e geometrica dello spazio di “Piccioni sulla terrazza”, l’influsso delle avanguardie stilistiche dell’epoca, ma Christian Hess mi pare non debba essere mortificato da una frettolosa e restrittiva etichettatura; la sua pittura nasce soprattutto dall’incontro tra una cultura tedesca e mitteleuropea, una personalissima sensibilità wertheriana e una esperienza coloristica tutta italiana.                                                                            

                                                                                                                  Laura Bica