E’ indiscutibile quanto da dire e da dare abbia l'arte di Hess, a patto però che, dopo il lungo periodo di dimenticanza, la sempre più ampia divulgazione dei suoi lavori e il sempre più ampio rinvenimento critico, quasi di "psico-archeologia", dei loro profondi valori e significati, riescano nell'arduo tentativo di sensibilizzare il grande pubblico e , in un certo senso, "prepararlo" a diventare un vivaio più attivo e consapevole di questo immenso e poliedrico patrimonio. Il momento dedicato alla fruizione dell'arte di Hess può diventare qualche cosa di concretamente importante e significativo per tutti, se si riesce attraverso l'aiuto congiunto della realizzazione visiva in sé e per sé e della critica che la studia ed analizza, a penetrare il mistero del suo vero volto e raggiungere quella quasi inaspettata e imprevista sorpresa del vedere la Sicilia di Hess non più soltanto come "luogo geografico", caratterizzato da specifici lineamenti naturalistici e precise coordinate spazio-temporali…, per quanto senza questa prima dimensione "fisica" non vi sarebbero né l'esperienza che Hess ne fa, né l'arte stessa che egli ha saputo produrre di conseguenza…, ma molto di più "luogo dell'anima", una forma mentis, uno "stato di coscienza"..., quanto maggiori furono la preoccupazione e la sofferenza per le proprie sorti minacciate dalle cupe ombre del totalitarismo, tanto più esploderà e si farà percepibile nei suoi come nei nostri confronti l'effetto psicologico e morale di quel Sud irrorato dal sole, di quella terra feconda e verdeggiante e della splendida gente che lo abita, soddisfacendo finalmente una "sete" esistenziale che lo rende pienamente e drammaticamente protagonista di un'epoca storica e figlio del suo tempo.
L’esperienza delle tenebre della
storia da una parte, e quella sfolgorante e multi-cromatica della
contemporanea Messina dall’altra, invece che escludersi a vicenda
senza incontrarsi, in qualche modo si congiunsero l’una con l’altra
e collaborarono dando forma ad un nuovo parto creativo fra opposti,
generando, quasi come una “seconda nascita”, un uomo rinnovato con
un nuovo modo di guardare le cose, con un cuore sempre più disposto
allo stupore e alla meraviglia, e sempre più riconciliato con il
mondo, con la verità, con la vita. Come ci ha lasciato in eredità il grande incisore tedesco Albrecht Durer, attraverso il suo capolavoro "Malinconia I" - per quanto la critica discuta ancora oggi la vera motivazione originale di questo misterioso titolo - tuttavia una possibile spiegazione c’è ed è stata data, ed è quella che senza una esperienza di disincanto e di malinconia, uno "spleen" dell'anima, vengono per forza a mancare anche i prerequisiti per una vera immaginazione creatrice, per una viva ispirazione artistica, e addirittura per una "speranza spirituale"... come se il bello del "dritto" di una qualsivoglia maglia non potesse prendere forma ed essere apprezzato se non attraverso un imprescindibile e necessario "rovescio" ... bellezza, che si animò vistosamente e prese vita durante il prolifico e proficuo periodo siciliano del Maestro, pervenendo ad indicare finalmente uno sbocco di uscita, e una via di salvezza che può però essere riconosciuta ed identificata soltanto attraverso l’ineludibile “terra di mezzo” della condizione di privazione e di mancanza…è appena alla “morte” che segue la “resurrezione”. E’, quindi, anche in questa direzione che, a mio modo di vedere, dovrebbe tendere l'appassionato e lungimirante progetto di divulgazione che ruota intorno a Christian Hess, proprio al fine di permettere preferibilmente un incontro a distanza vero ed una conoscenza più profonda e reale. Per quello che mi riguarda, mi farebbe piacere pormi con lo sguardo rivolto verso questa via e verso questo fine, in un duplice ruolo sia ricettivo che propositivo, avendo ancora molto da attingere e da scoprire , ma forse anche molto da condividere e da dare.
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