Critica

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Hess - Autoritratto con pesce palombo fra le mani

Hess: Incontro "a distanza"
per una conoscenza ravvicinata


Michele Steinfl

Roma, 18 marzo 2009

E’ indiscutibile quanto da dire e da dare abbia l'arte di Hess, a patto però che, dopo il lungo periodo di dimenticanza, la sempre più ampia divulgazione dei suoi lavori e il sempre più ampio rinvenimento critico, quasi di "psico-archeologia", dei loro profondi valori e significati, riescano nell'arduo tentativo di sensibilizzare il grande pubblico e , in un certo senso, "prepararlo" a diventare un vivaio più attivo e consapevole di questo immenso e poliedrico patrimonio.

Il momento dedicato alla fruizione dell'arte di Hess può diventare qualche cosa di concretamente importante e significativo per tutti, se si riesce attraverso l'aiuto congiunto della realizzazione visiva in sé e per sé e della critica che la studia ed analizza, a penetrare il mistero del suo vero volto e raggiungere quella quasi inaspettata e imprevista sorpresa del vedere la Sicilia di Hess non più soltanto come "luogo geografico", caratterizzato da specifici lineamenti naturalistici e precise coordinate spazio-temporali…, per quanto senza questa prima dimensione "fisica" non vi sarebbero né l'esperienza che Hess ne fa, né l'arte stessa che egli ha saputo produrre di conseguenza…, ma molto di più "luogo dell'anima", una forma mentis, uno "stato di coscienza"..., quanto maggiori furono la preoccupazione e la sofferenza per le proprie sorti minacciate dalle cupe ombre del totalitarismo, tanto più esploderà e si farà percepibile nei suoi come nei nostri confronti l'effetto psicologico e morale di quel Sud irrorato dal sole, di quella terra feconda e verdeggiante e della splendida gente che lo abita, soddisfacendo finalmente una "sete" esistenziale che lo rende pienamente e drammaticamente protagonista di un'epoca storica e figlio del suo tempo.

 L’esperienza delle tenebre della storia da una parte, e quella sfolgorante e multi-cromatica della contemporanea Messina dall’altra, invece che escludersi a vicenda senza incontrarsi, in qualche modo si congiunsero l’una con l’altra e collaborarono dando forma ad un nuovo parto creativo fra opposti, generando, quasi come una “seconda nascita”, un uomo rinnovato con un nuovo modo di guardare le cose, con un cuore sempre più disposto allo stupore e alla meraviglia, e sempre più riconciliato con il mondo, con la verità, con la vita.

Dürer - Malinconia IQuesta specie di "genesi creatrice" che il Sud Italia siciliano riuscì ad esercitare nei confronti dell' Hess-uomo e poi dell' Hess-artista, trovò perciò come suo prodromo imprescindibile e come sua tappa "iniziatica" propedeutica, proprio la dura esperienza della minaccia alla propria libertà personale che caratterizzò la vita di molti in quel periodo storico e appare pertanto come solo con un sincero sforzo di "empatia" e di "com-passione", provando a calarci nei suoi panni e ad immedesimarci con lui, che potremo avvicinarci a cogliere più fedelmente e intimamente la portata artistica ed umana del suo pensiero e della sua opera.

Come ci ha lasciato in eredità il grande incisore tedesco Albrecht Dürer, attraverso il suo capolavoro "Malinconia I" - per quanto la critica discuta ancora oggi la vera motivazione originale di questo misterioso titolo - tuttavia una possibile spiegazione c’è ed è stata data, ed è quella che senza una esperienza di disincanto e di malinconia, uno "spleen" dell'anima, vengono per forza a mancare anche i prerequisiti per una vera immaginazione creatrice, per una viva ispirazione artistica, e addirittura per una "speranza spirituale"... come se il bello del "dritto" di una qualsivoglia maglia non potesse prendere forma ed essere apprezzato se non attraverso un imprescindibile e necessario "rovescio" ... bellezza, che si animò vistosamente e prese vita durante il prolifico e proficuo periodo siciliano del Maestro, pervenendo ad indicare finalmente uno sbocco di uscita, e una via di salvezza che può però essere riconosciuta ed identificata soltanto attraverso l’ineludibile “terra di mezzo” della condizione di privazione e di mancanza…è appena alla “morte” che segue la “resurrezione”.

E’, quindi, anche in questa direzione che, a mio modo di vedere, dovrebbe tendere l'appassionato e lungimirante progetto di divulgazione che ruota intorno a Christian Hess, proprio al fine di permettere preferibilmente un incontro a distanza vero ed una conoscenza più profonda e reale. Per quello che mi riguarda, mi farebbe piacere pormi con lo sguardo rivolto verso questa via e verso questo fine, in un duplice ruolo sia ricettivo che propositivo, avendo ancora molto da attingere e da scoprire , ma forse anche molto da condividere e da dare.

                                                                                                                                         Michele Steinfl