UN
ATTO DI GIUSTIZIA
Laura Bica
La mostra retrospettiva delle opere di Christian
Hess, curata dall’Assessorato Regionale al Turismo e dall’Azienda Autonoma di
Turismo di Palermo in collaborazione col Goethe Institut e la Cassa di
Risparmio, è soprattutto un atto di giustizia verso un notevole artista del ’900
che la sfortunata esistenza e la ‘fine immatura avevano fatto dimenticare. Ed è
significativo che questo atto di giustizia provenga dalla Sicilia, che ha
rappresentato per Hess i soli momenti di serenità della sua inquieta ricerca di
pace e libertà. Vissuto tra le ferite di una guerra mondiale e la preparazione
di un’altra, Hess trova a Messina non solo il riparo dalla bufera nazista ma
anche e soprattutto il momento della grande ispirazione. Il rapporto artistico
pittore- Sicilia diviene rapporto di vita. Hess dipinge altrove, ed è grande, ma
il pacato racconto di “Covoni nel Tirolo” non ha l’intensa emozione di “Veliero
sullo stretto”.
E
degli autoritratti il meno fotografico ma il più vero è “Autoritratto sulla
barca”. Due momenti
dell’amore per la Sicilia, che corrispondono a due diversi stati d’animo. Uno
descrittivo, in cui l’occhio germanico dalla solida cultura umanistica,
affettuoso ma estraneo, vede, indaga e narra i fatti della vita di ogni giorno
del popolo e della terra di Sicilia. E’ il momento dei sornioni “Nettuno”, di
“Uliveto con donne”, di “Donne di Sicilia” ma soprattutto de “L’indovino” e di
“Ladro e carabiniere”, autentico capolavoro in cui l’avvicinamento tra le due
figure rivali deve fare pensare ad una profondissima lezione morale. Né mi pare
che Hess abbia casualmente posto in prospettiva il “Vapore”, simbolo di una
emigrazione che è una condizione, e che insieme alle due colombe riunisce i due
nemici, figli della stessa terra e degli stessi problemi.
Questa
“comprensione” della Sicilia sbocca nel secondo atteggiamento, non più di
descrizione ma di totale immedesimazione. Hess diviene esso stesso siciliano e
si cala e vive nella. stessa natura aspra, piena di caldo e piante grasse di
«Asinello e fichidindia» e « Caprone e fichidindia ». La stessa pennellata prima
serena e lineare diviene intensa e impulsiva, conscia di una diversa emozione.
Ovviamente i due momenti sono coesistenti cronologicamente e inscindibili, solo
prevalgono ora l’uno ora l’altro, senza mai escludersi, a completare uno stile
personalissimo, e dal linguaggio assai immediato sino a sfociare nel pieno
equilibrio e nella maturità di “Autoritratto sulla barca” dove la ricerca
tematica coincide nei risultati con quella plastica e coloristica.
Hess
è espressionista? Hess risente
dell’impressionismo?
Quali sono i suoi rapporti
con l’astrattismo? Cresciuto nel clima espressionista e post-impressionista ne è
facile riconoscere l’impronta in “Bagnanti sul lago”, mentre è fortissimo nella
analisi più razionale e geometrica dello spazio di “Piccioni sulla terrazza”
l’influsso delle avanguardie stilistiche dell’epoca, ma Christian Hess mi pare
non debba essere mortificato da una frettolosa e restrittiva etichettatura; la
sua pittura nasce soprattutto dall’incontro tra una cultura tedesca e
mitteleuropea, una personalissima sensibilità wertheriana e una esperienza
coloristica tutta italiana.
Laura
Bica
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