
Nel
piccolo, ma raffinato
Museo Civico di Brunico
dove sussiste una bella collezione permanente tra
cui un’opera di Pacher, dal 29 ottobre al 4 dicembre 2011, c’è una
retrospettiva dell’artista bolzanino, Christian Hess
(1895 - 1944), poco noto al pubblico, ma di grande valore artistico, che
iniziò la sua
carriera proprio a Brunico.
E’ stata allestita dalla Associazione Pro Museo di Brunico e da quella
Culturale Christian Hess. Il Museo civico di Brunico presenta spesso
mostre retrospettive di notevole valore, questa è
dedicata
all’altoatesino, Christian Hess, ingiustamente dimenticato,che fu noto
tra i
pittori tirolesi delle due guerre mondiali.
Artista conosciuto per la sua contrarietà al regime politico tedesco
hitleriano, si trasferì in
Sicilia nei pressi di Messina per trovare la sua più importante fonte di
ispirazione. Hess, come si evince dalle sue lettere ritrovate, non
volle rientrare in Germania perché odiava quanto laggiù succedeva e
preferì restare in Italia.
L’Associazione culturale Hess, fondata nel 2003, è riuscita a ritrovare
documenti, lettere e quadri inediti che erano dati per scomparsi dopo il
secondo conflitto, in quanto l’artista sempre fuggiasco, morì a
Innsbruck in ospedale a seguito di un attacco aereo.
Tra
le opere esposte c’è un quadro del 1933, l’Indovino, dell’epoca del
primo esilio in Sicilia, quando il maestro fu costretto a lasciare
Monaco di Baviera.
E’ un
dipinto che raffigura Hess in mezzo alla gente con le spalle rivolte al
mare e una maglietta con scritto Jurifreie traduzione di Fuori giuria,
con chiara allusione alla soppressione del movimento che portava questo
nome da parte dei nazisti e il rogo delle opere nell’incendio del Glaspalast.
 Molti
sono i dipinti che ritraggono Villa Preggi dove l’artista ha abitato a
Tremestieri nei pressi di Messina, ma tra i ritrovamenti il catalogo
immette non solo nature morte, ma paesaggi diversi e figure sia di nudo,
che ritratti. Un nudo in spiaggia ha un chiaro riferimento a una tela di
Renoir e anche al primo Picasso.
E’ importante che quest’artista venga conosciuto dai più, per questo
l’Associazione chiede che le opere di cui ci sono documenti in archivio
e non si sa chi le possieda, possano essere rinvenute e messe nel
catalogo generale.
Emilia Dodi
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