Esposizioni 2008-2009

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Inaugurazione Mostra Christian Hess

Rabalderhaus Museum Schwaz - 13 giugno 2008

 

Il saluto del Dott. Otto Larcher
direttore del Rabalderhaus Museum di Schwaz


Signore e Signori, cari visitatoti del Rabalderhaus, devo cordialmente ringraziarvi di essere intervenuti all’inaugurazione della Mostra di Christian Hess. Questo è un grande avvenimento per la nostra istituzione che ha cominciato la sua attività nell’aprile del 1996 con Andrea Bischon. Da anni ho cercato di esporre qui Christian Hess perché è morto proprio a Schwaz dove ha trascorso gli ultimi momenti della sua vita. E’ questo un grande avvenimento anche perché è la centesima mostra del Rabalderhaus che si svolge sotto il patrocinio del presidente del Parlamento Europeo, Hans-Gert Pöttering. Questo significa che è un segno d’onore e vorremmo naturalmente ringraziare cordialmente il Signor Ardizzone che rappresenta l’Associazione Culturale Christian Hess di Roma che, al riguardo, ha aperto la strada.

Ci rallegriamo che, malgrado i campionati europei di calcio, siate venuti in molti… nell’altra sala abbiamo messo un  televisore, ma con un bel film su Christian Hess. Saluto in particolare i parenti dell’artista che sono venuti dall’Italia ed i rappresentanti ufficiali di Bad Land, il dott. Erhardt per la sezione culturale, la rappresentante culturale Signora Boutzer consigliere comunale, i rappresentanti, come già detto, dell’Associazione culturale di Roma, tutte le istituzioni, le Gallerie e i collezionisti privati che hanno messo a disposizione le opere qui in mostra e vorrei particolarmente ringraziare e salutare il dott. Stefan Demetz direttore del Museo civico di Bolzano, un partner senza il quale questa mostra non avrebbe potuto aver luogo (applausi). Non sarebbe stato possibile finanziariamente e siamo lieti di aver trovato un partner così importante. Ed il mio più grande ringraziamento va al dott. Carl Kraus per tutto il suo lavoro come curatore della mostra, egli è l’autore del bel catalogo e io credo che dal 1970, 72, 75 non vi sia stata una grande mostra come questa (applausi). Un ringraziamento va anche ai nostri sponsor ed ai miei collaboratori. Saluto particolarmente il Signor Borgomastro che, malgrado la partita di calcio è venuto. Bravo!

Questa mostra è veramente di rango europeo, quindi da non perdere, ed è anche la centesima mostra  del Rabalderhaus che resterà esposta fino alla fine di luglio, poi da fine novembre a fine gennaio proseguirà a Bolzano. Devo quindi pregare il dott. Demetz di intervenire
 

 

Dott. Stefan Demetz direttore Museo Civico DI Bolzano


Ringrazio molto il dott. Larcher. Io sono qui il rappresentante della Città di Bolzano, l’assessore si scusa. Sono stato molto grato quando il dott. Kraus e il dott. Larcher sono venuti da noi e ci hanno presentato il progetto. E noi siamo sempre lieti quando troviamo dei partner per gli stessi obbiettivi. Anche se i rapporti culturali a Sud del Brennero sono sempre modesti, e noi teniamo molto alla cooperazione. Proprio nel caso del pittore Christian Hess che da noi, a Bolzano, ha trascorso solo la sua infanzia, ed è appena noto, pensiamo che sia compito della Città, in riferimento ad artisti sconosciuti che hanno le loro radici a Bolzano, di renderli noti. Chi si adatta meglio di Christian Hess che – se si confrontano la sue opere con quelle che sono state create a Bolzano nello stesso periodo – bisogna dire che si riscontra un passo in più, e per questo il mio breve ringraziamento a lei dott. Larcher e Signori per le idee e il loro personale contributo che, devo dire, ha portato ad un riuscito catalogo.
 

Dott. Benedikt Erhard dell’Amministrazione del Tirolo


Caro
dott. Larcher, gentili signore e signori, io sono qui come un finanziatore per trattenermi poco, grazie per l’invito e per avermi dato l’opportunità di incontrare qui vecchi amici e persone partite dal Tirolo. Signor Kraus e Tiziana Rossari, noi ci vediamo raramente e dovrete fare qui più spesso mostre del genere. Non so nulla di Christian Hess, vedo qui la professoressa Hermann e penso di aver fatto bene a venire perché posso ancora imparare qualcosa. Chi si trova all’inaugurazione di una tale mostra commenta anche il significato delle opere esposte.

E’ un evento sociale, più non posso dire perché non so di più. E’ bello che siate tutti qui, è bene che il dott. Larcher con la sua perseveranza porti avanti delle iniziative, anche se i mezzi di sostegno siano ancora molto lontani, ma vi sono anche perché vengono realizzati semplici fatti per cui sono necessari. Signor Borgomastro, noi ci premureremo ancora da parte della Regione di Innsbruck e delle amministrazioni che ci sostengono quindi ci rivedremo. Ancora molte grazie e buona serata

Dott. Carl Kraus curatore della mostra E del Catalogo


Sì, abbiamo sentito, Christian Hess è nato a Bolzano. Io aggiungerò qualcosa. Egli è morto a distanza di pochi metri da qui, nell’ospedale di Schwaz nel 1944 in seguito ad un  bombardamento su Innsbruck. Aveva 48 anni - è proprio la mia età (io spero di averne di più), ma si nota un’opera che era già finita alcuni anni prima.
In Germania, dopo l’ascesa al potere di Adolf Hitler nel 1933, Hess non ha più avuto alcuna importante possibilità di sviluppo. Egli ha potuto lavorare bene in Sicilia, ma qui si sentiva isolato. La Sicilia fu la sua seconda patria, lì viveva sua sorella Emma, nè ha potuto lavorare in Svizzera  perché non ha potuto ottenere il permesso di soggiorno, né ha avuto un clima adatto a Monaco di Baviera dove ha studiato. Egli è crollato sotto le rappresaglie della dittatura, e nel Tirolo dove è nato e dove ha trascorso gli ultimi quattro anni di vita, non ebbe una grossa risonanza, quindi ebbe una vita difficile. Le opere che voi vedete qui sono state create nell’arco di un decennio, quindi dal 1925 al 1935 e si nota qual era il potenziale dell’artista.

Io vedo qui davanti a me Meier Beckmann, molte grazie di essere venuta, essa è la nuora di Max Beckmann, venuta da Monaco, lei è in senso lato una parente dell’artista. Si vede, Max Beckmann fu uno dei grandi esempi di Christian Hess in Europa, egli si è orientato verso di lui, si è orientato anche ad altri, verso George Grosz, i cubisti, ma anche verso l’Italia, verso artisti del Novecento, ma ha creato anche qualcosa di proprio. Intorno al 1931 in Germania, Christian Hess aveva avuto veramente una notevole fama, egli ha esposto ovunque, in ogni grande città, tra Berlino, Zurigo e Amburgo. Era membro della Juryfreie a Monaco, questo era un gruppo di artisti progressisti che comprendeva anche Picasso, Mondrian.

Dopo la morte nel 1944 è veramente caduto nella dimenticanza, come molti altri della cosiddetta “generazione sommersa”, la sua opera non si è conosciuta, è rimasta conservata a Messina dove nel 1956 è stata fatta una mostra, ma non c’era un catalogo. La riscoperta è avvenuta nel 1974 con inizio da Palermo. Fu percorso un grande itinerario in città tedesche, austriache e italiane. Non voglio continuare, noi abbiamo qui l’onore di avere l’unica parente vivente che ha conosciuto personalmente l’artista, è la nipote Luisa Ardizzone. Sarei veramente lieto se lei potesse raccontare qualcosa, anche sue esperienze, credo che lei avesse 9 anni quando vide per l’ultima volta Christian Hess.
 

Signora Luisa Ardizzone nipote di Christian Hess


Ho conosciuto lo zio quando ancora ero nella culla. Egli ha vissuto da noi a Messina alternativamente, abitava da noi e come  prima cosa mi ha insegnato il tedesco. Ci siamo voluti molto bene da bambina e da zio. Io porto il suo nome, perché egli mi ha tenuto a battesimo. Io sono Luisa perché lui era Louis e mio padre ha voluto così. Io ho un ricordo vivo di questi quadri, alcuni li avevo a casa, ho visto come li ha dipinti, con quale materiale. Un aneddoto, per esempio: quando non aveva la tela, prendeva lenzuola, tende, le stoffe di mia madre. Vedendo questi quadri mi tornano in mente molti tratti della mia vita, della mia città, anche della casa dove abbiamo abitato, la casa dove sono nata…. Scusate la mia emozione.

DOTT. CARL KRAUS

Molte grazie. Voi sentirete adesso un intervento in italiano del direttore del Museo di Bolzano, dott. Demetz, per un saluto e un ringraziamento ad alcuni ospiti italiani, la famiglia Cinquegrani-Comito, che sono venuti qui, e Tiziana Rossari che ha lavorato con noi.

DOTT. STEFAN DEMETZ

Buonasera ai signori che sono di madre lingua italiana. Io non vorrei soffermarmi adesso sull’opera dell’artista in quanto i presenti la conoscono già molto meglio di me, volevo solo sottolineare il significato di questo progetto che è nato dalla collaborazione tra il Rabalderhaus, sotto la direzione del Dott. Larcher, e il nostro Museo Civico di Bolzano. Il motivo per cui io accettai l’altro anno la proposta del dott. Larcher e del dott. Kraus era praticamente di far conoscere, di contribuire ad una maggiore conoscenza di  questo artista di cui io personalmente penso che sia il massimo pittore che sia nato a Bolzano, non posso dire che si è formato a Bolzano, perchè a otto anni, se ricordo bene, ha lasciato la città, ma comunque ha le radici in città e probabilmente è il massimo artista della prima metà del Novecento che ha le radici a Bolzano. Questo è il motivo e io sono molto orgoglioso di poter riproporre questa mostra bellissima a novembre a Bolzano. Grazie.

 

Dott.ssa Birgit Oberhollezner-Praschberger
Assessore alla cultura di Schwaz


Devo salutarvi cordialmente a nome della Città di Schwaz e particolarmente devo salutare quanti hanno compiuto un così lungo viaggio al di là del Brennero.e specialmente perché al momento la nazionale italiana gioca una partita di calcio, e sono lieta che, malgrado ciò, abbiano trovato la strada per il Rabalderhaus.Il Rabalderhaus è un luogo di incontro, noi abbiamo avuto lo scorso venerdì, cioè una settimana fa, l’apertura della mostra del nostro artista Wolfgang Gotzinger, della nostra “estate d’argento”, e devo anche dire per i nostri visitatori esteri che è in corso da noi un grande festival dell’estate d’argento 2008. Anche qui, sotto il richiamo sportivo, la cultura muove corpo e spirito  e il Rabalderhaus è stato, infatti, un luogo d’incontro. Alcuni giorni fa anche letterati sono stati qui ospiti e nell’ambito del festival estivo abbiamo tenuto il Premio Adorno. Naturalmente anche qui sotto la spinta che non è importante solo nel linguaggio del gioco del calcio, perché anche nell’arte e nella cultura c’è l’impulso per creare opere così grandiose, come voi tutti potete qui ammirare.

Come ho saputo, molti di voi vengono dall’Italia, nessuno ha avuto paura del lungo viaggio, e ai molti di Schwaz si sono aggiunti altri ospiti venuti qui da tutte le zone del Tirolo. E credo che sia molto bello trovarsi insieme qui, cosi come vuole l’Unione europea, cittadini di Bolzano e di altre città d’Italia, del Tirolo del Nord e del Sud che si incontrano per un rapporto non solo amichevole, ma anche di natura artistica e culturale. Per questo devo rivolgere a tutti i partecipanti un cordiale ringraziamento, specialmente al dott. Larcher per la sua costanza e la sua perseveranza e devo congratularmi cordialmente con lui per questa centesima esposizione al Rabalderhaus. Avrei voluto offrirgli un piccolo Schnaps, ma ho saputo che non va bene, per questo gli offro un mazzo di fiori, e con ciò posso dichiarare aperta la mostra di Christian Hess.
 

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