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In memoria di Emma Hess

Emma Hess in una foto del 1967

Questo sito è dedicato alla memoria di Emma Hess che durante la seconda guerra mondiale mise in salvo le opere del fratello Louis Christian che negli Anni 30, per sottrarsi alla persecuzione nazista, era andato in esilio in Sicilia, a Messina, dove lei viveva. Quando i venti di guerra soffiarono anche in Italia, il pittore affidò le sue opere alla sorella e partì per la Svizzera in cerca di un nuovo asilo. Emma ebbe la perseveranza di custodirle per un trentennio, fermamente convinta che un giorno sarebbe riuscita a farle conoscere ed apprezzare. Grazie Emma! I visitatori della rete devono esserti grati se oggi possono vedere queste esclusive pagine che rischiarano il periodo buio dell’arte tedesca tra le due guerre. Rivive così l’opera di un Artista che rischiava di rimanere dimenticato perché morto, a 48 anni, nell'ospedale di Schwaz, dopo un attacco aereo su Innsbruck.

Attacchi aerei su Messina

Estate 1943 - Due aspetti degli attacchi aerei anglo-americani diurni e notturni
sul porto e sullo Stretto di Messina,
punti di grande rilevanza strategica tenuti
sotto controllo durante la ritirata delle forze tedesche dall’isola.

In quei terribili anni che precedettero lo sbarco alleato in Sicilia, Messina, per la sua posizione strategica, era sottoposta giorno e notte a massicci bombardamenti da parte delle forze aeree anglo-americane, tanto che la città fu poi decorata con la Medaglia d’Oro al valor civile per i duri sacrifici sopportati. Quella pioggia di bombe  era una continua minaccia per le opere del fratello e per metterle in salvo Emma aveva arrotolato le tele una sull’altra, in diversi cartocci, così da portarle al riparo nei rifugi. Il 16 agosto del 1943 l’Ottava Armata USA entrava a Messina nell’offensiva finale per liberare l’isola. Ma se in Sicilia le ostilità erano finite, infuriavano, invece, in Centro Europa.

Emma era in grande apprensione non avendo notizie del fratello. Purtroppo tutta la corrispondenza in entrata o in uscita dall’Italia era bloccata perchè i tedeschi si erano attestati sulla cosiddetta “linea gotica“. Un atroce silenzio si allungò giorno dopo giorno per più di un anno, fin quando arrivò dalla Croce Rossa la notizia della sua morte, avvenuta il 26 novembre del 1944. Immersa nel dolore, Emma si aprì alla speranza che il fratello potesse rivivere attraverso le sue opere che lei non si stancò mai di proteggere, sempre alla ricerca di una valida opportunità, per condividerle con il mondo. Tanto che nel 1956 mise in mostra a Messina un gruppo di quadri, ma l’iniziativa rimase pressoché inascoltata in una provincia a quel tempo distratta e insensibile. Cinque anni dopo, finalmente, la svolta con l’impostazione di un progetto finalizzato alla riscoperta delle opere di Christian Hess, una difficile sfida mai azzardata. Con l’aiuto di Emma fu possibile raccogliere tutte le notizie a lei note per avviare studi e ricerche sulla vita dell’artista, sulla sua produzione nota e dispersa, sull’attività e sulle mostre tenute in varie città d’Europa negli Anni 20 e 30, sulle recensioni di allora, sui testimoni che si potevano rintracciare a Monaco di Baviera, sua fucina artistica, a Bolzano, sua città natale, a Innsbruck dove tenne le prime mostre. Un lavoro capillare, lento, a lungo termine, per acquisire anche i necessari riscontri fotografici dei principali elementi del linguaggio pittorico di Hess. Mancava solo un anno al traguardo, tutto procedeva secondo i piani, il restauro delle opere, le visite di critici d’arte e giornalisti, il sostegno al programma della mostra itinerante, la stampa del catalogo, quando Emma - ormai certa che il suo sogno stava diventando realtà - si spense serenamente il 26 settembre 1973.

Messina 1972 - Emma Hess nella sua abitazione con il critico d’arte tedesco Hans Eckstein venuto espressamente da Monaco per esaminare le opere di Louis Christian Hess da poco restaurate.

Intanto il progetto aveva ottenuto il patrocinio del Parlamento Europeo e l'appoggio della Regione Siciliana, del Goethe Institut, del Tiroler Landes Museum di Innsbruck, del Künstverein di Monaco, del Comune di Bolzano e di altre istituzioni. Muovendo da Palermo la Mostra itinerante della Riscoperta con un ciclo di 12 esposizioni in Italia, Austria e Germania - dal 26 novembre 1974 al 6 marzo 1977 - restituì Louis Christian Hess, nel trentennale della morte, alla storia dell'arte. Adesso nell'era di internet, attraverso questo sito che onora la memoria di Emma e ne prosegue gli intenti, l'Associazione culturale ispirata al nome del Maestro vuole estendere la Riscoperta a livello globale.
A tutti voi, appassionati visitatori, affidiamo il messaggio di Emma invitandovi a collaborare per divulgare, ovunque nel mondo, il nome e l'arte di Christian Hess.
 

Rivive l'arte dimenticata

Mediante questo sito l’Associazione Culturale Christian Hess vuole offrire alla fruizione del grande pubblico e del mondo dell’arte le opere di un prestigioso, ma dimenticato, protagonista dell’arte tedesca tra le due guerre. Pittore e scultore di solida cultura europea Louis Christian Hess (Bolzano 1895 – Schwaz 1944) si richiama all’espressionismo, al cubismo e al Novecento italiano. Cittadino d’Europa “ante litteram” viaggia e opera dalla Scandinavia alla Sicilia, accompagnato dai suoi ideali di libertà e di pace, ma la tragedia nazista lo insegue come una maledizione. In quei terribili anni le sue opere subiscono una vasta dispersione.  Alcune vengono bruciate nell’incendio del Glaspalast di Monaco di Baviera insieme con i quadri di una collettiva del movimento d’avanguardia Juryfreie (al di fuori di ogni giuria), di cui era animatore, e che fu sciolto da Hitler perché considerato di ispirazione bolscevica .

Sul Web per uscire
dall’oscuramento

Christian Hess, pittore e scultore tedesco in una foto del 1939, all'età di 44 anni, e una sua rara firma. Morirà nel novembre del 1944 a Schwaz dopo un attacco  aereo su Innsbruck. La sua Arte, osteggiata dal nazismo e risorta negli Anni 70 con la Mostra itinerante della Riscoperta, rivive ora sul web per uscire dall’oscuramento che la Germania non ha ancora rimosso


 

A causa di questo ostracismo politico e della strisciante persecuzione, Hess non firma le opere per non essere scoperto e sceglie l’esilio in Sicilia, dove vive la sorella Emma. Qualche anno più tardi, mentre anche in Italia spirano venti di guerra, affida le sue opere a Emma, lascia Messina e cerca rifugio in Svizzera o da parenti nel Württemberg o in Tirolo. Gli stenti e le privazioni della guerra minano la sua salute ed egli passa da un sanatorio all’altro. La polizia militare lo rintraccia e lo assegna al servizio civile delle poste dal quale viene poi esentato per l’aggravarsi della malattia. L’Unione Artisti del Tirolo lo accoglie in uno studio a Innsbruck. In seguito ad un attacco aereo  muore a 48 anni, quando mancano appena cinque mesi alla fine della guerra.

La Riscoperta delle opere

Negli Anni 70, su iniziativa di uomini di cultura - tra cui lo scrittore Leonardo Sciascia - la Regione Siciliana rese omaggio al pittore tedesco realizzando, in collaborazione con il Goethe Institut, la Mostra della riscoperta delle opere di Christian Hess - patrocinata dal Parlamento Europeo - “per restituire l’artista che l’ha amata e ritratta in tanti aspetti del suo paesaggio e della sua vita, alla cultura cui peculiarmente appartiene”. Dopo Palermo la Mostra fu esposta a Roma, Padova, Genova, Trieste, Bolzano, Milano, Firenze, Torino, Innsbruck, Passau e Monaco di Baviera, riscuotendo ovunque consensi di critica e di pubblico.
Il pensiero, la vita e l’opera di questo straordinario artista prematuramente scomparso, rivivono ora su Internet a cura dell’Associazione culturale Christian Hess che, al fine di perpetuarne la memoria in maniera globale nel mondo della rete, ha allestito questo sito con immagini e documenti di archivio.
Si vuole richiamare l'interesse degli studiosi sul periodo buio dell’arte tedesca tra le due guerre e stabilire contatti con università, musei, istituzioni e collezionisti nell’intento di ritrovare nei Paesi europei in cui Hess dovette lavorare in clandestinità altre sue opere, specialmente quelle non firmate,
e completare così il suo catalogo.
 

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