Giuseppe Alibrandi
Scrittore
e saggista
Autore di saggi sulle tradizioni e i movimenti
anarchici e popolari siciliani. Biografo
dell’anarchico Nino Pino Balotta, di cui ha
pubblicato con la Pungitopo “Nino Pino: L’uomo e il
suo tempo” (1982); con la stessa editrice ha
firmato: “Lotte popolari nel messinese” (1981),
“L’ombra di Monsignore” e “La testa del dragone”,
romanzo (1986). Per la Provincia regionale di
Messina, tra le altre collaborazioni, ha curato e
scritto “Archeologia delle tonnare messinesi”
(1997); Le “utili imprese” dei D’Amico Cumbo Borgia
su “Milazzo Nostra” (2008). “Il libertario dei
Nebrodi” (2011).
Come blogger pubblica su “Ventennio europeo” e
“Francigena” in ScuolaER. Crede nella scrittura di
impegno sociale. Tra i suoi racconti “Terri ‘mpisi”
(Unilibro, 2006) e “Viaggio alle Eolie” (su Nebrodi
e dintorni, 2013); tra i saggi “La Repubblica di
Sicilia” (su “Il Portale del Sud”, 2008) che,
assieme al “Libertario dei Nebrodi” (Amazon, 2010),
sono scaricabili in formato e-book. Da citare la sua
Patti descritta ne “Il Volo dell’Airone e il canto
del tenore” (2014) che traspira l’aria di via
Magretti 147. Ha collaborato al "Caso Ficarra", una
inchiesta televisiva realizzata da Rai 2 con la
regia di Santi Flavio Colonna, andata in onda
nell’agosto del 1985, due anni dopo la sua
realizzazione.
E’ tornato alla narrativa con il romanzo storico “La
Senia del Brigantino” (Editrice Kimerik, Patti
aprile 2015), il toponimo attorno al quale si
succedono secoli di storie e di avventure. Un
ritorno alle occise di tonni nella tonnara del mare
di Santi Georgi, il paese che gli ha dato i natali e
dove č stato testimone di quelle vicende, avendo
studiato al seminario di Patti all’epoca del vescovo
Angelo Ficarra.
Il
nuovo racconto storico di Giuseppe Alibrandi “La
Senia del Brigantino” trae ispirazione da uno
sperone di roccia che si protrae sul mare, nel
tratto di mare che va da Gioiosa Marea a Capo Calavŕ,
nella zona del capo Fetenia. Questo scoglio č detto
il Brigantino per la sua sagoma che ricorda quella
della prora di uno sciabecco. Da qui parte una
narrazione storica, ambientata nel periodo delle
incursioni mussulmane del Barbarossa, fatta di
rapimenti e riscatti. Nel libro sono citati il
cavalletto di Christian Hess e il pittore Michele
Spadaro che lo ebbe in custodia da Emma Hess sorella
dell’artista tedesco.