Pippo Gambino
Porto Empedocle
(Agrigento) 1935 – Palermo 2004
Incisore e
pittore neo-espressionista dal segno forte e dal colore infuocato,
esprime il sentimento della sofferenza attraverso la deformazione dei
volti e del paesaggio.
Formatosi in
Austria alla Sommerakademie für Bildende Kunst prese parte sin dal 1952
a mostre internazionali di grafica in Italia e all’estero.
Docente dal
1954 all’Accademia di Belle Arti di Palermo venne chiamato a dirigerla
dal 1979 al 1983, anno in cui si trasferì a Roma per ricoprire
l’incarico di docente di tecnica dell’incisione nell’Accademia di Belle
Arti della Capitale. Qui sotto la sua guida si formarono molti giovani
incisori di talento.
Il critico
d’arte Gabriele Simongini ricorda la stima di Renato Guttuso per il
grafico agrigentino e osserva che la “deformazione” espressionistica non
è in Gambino qualcosa di volontario, di sovrapposto all’immagine
normale, ma connaturata ad essa.
Secondo Liliana Bortolon, Gambino
traduce la sua emotività non soltanto in figure inquiete e inquietanti,
ma anche in grandi cieli temporaleschi, orizzonti tagliati dal Monte
Pellegrino, sagome quasi africane delle montagne della Conca d’Oro,
sugheri, ficus giganti, terre scolorite come sabbie, o paesi arroccati
su fianchi di crete rossicce.
Nel 1990 il Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, gli conferì
la medaglia d’oro per benemerenze nel campo della scuola, della cultura
e dell’arte. Tra le ultime
mostre la rassegna di quadri e incisioni che l’Alitalia dedicò a Pippo Gambino nei saloni dell’aeroporto di Milano Malpensa
da giugno a settembre 2004, pochi mesi prima della morte.
L’Albo d’Oro
dell’Associazione Culturale Christian Hess onora la memoria di Pippo Gambino per il sostegno dato a Palermo nel 1974 alla realizzazione della
Mostra della Riscoperta del Maestro tedesco |
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