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Torso giacente
(Monaco di Baviera 1928)
Olio su tela cm 68 x 95
Esposizioni
Correlazioni
Il Torso, frammento
mutilato, simbolizza per l’artista del Rinascimento, ossessionato dall’arte
statuaria antica, la forza indivisibile dell’individuo.
Il Rinascimento ha ereditato
dall’Antichità figure per lo più mutilate. Una incisione di Francois
Perrier (riprodotta da Panofsky, “Saggi di iconologia”) raffigura
il Tempo (Saturno) mentre divora il Torso del Belvedere: una testa
giace a terra. Le raffigurazioni del Torso si moltiplicheranno nel
XVI Secolo nei ritratti di scultori. Michelangelo fu colui che,
secondo i suoi contemporanei, diede al Torso del Belvedere le sue
lettere di nobiltà. Nel “Proemio” delle “Vitae”, Vasari denuncia
nel tempo divoratore (la voracità del tempo) il nemico dell’artista
e dello storico. Panofsky sottolinea la condensazione nel
Rinascimento delle figure del Tempo e di Saturno mentre divora i
propri figli. Sappiamo oggi, a seguito di numerosi studi
sull’argomento, quanto il segno di Saturno abbia contato nella
costituzione della figura dell’artista moderno. A suo rischio e
pericolo l’artista ha imparato a dover contare con il tempo e la
morte, con la rovina e l’incompiuto.
Se il Tempo distrugge, è però anche un “rivelatore” (Panofsky)
poiché lascia sussistere solo l’essenziale. Nella crisi dei valori
umanistici e positivistici del Quattrocento, l’arte di corte potrà
coincidere col più singolare misticismo.
Michelangelo ravvisava l’arte dello scultore solo nella “forza di
levare” contrapposta alla “via di porre”. Togliere qualcosa è sempre
il vero modo di scolpire, di rivelare la forma ideata dall’artista,
cioè la statura dell’individuo, un essere al limite del non essere
che non può venir frammentato più oltre. La testa e le membra sono
cadute, resta il torso, l’unità massiccia che rappresenta la forza
indivisibile.
Michelangelo ha trovato nel torso il prototipo della sua visione del
corpo umano: un’energia tesa verso l’infinito e che esprima
l’essenza dell’individuo.
Jean François Chevrier, professore di lettere e storia dell’arte, Parigi
(aprile 79)