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Testa e mano
(Monaco di Baviera 1932)
Olio su tela cm 60 x 70
Esposizioni
“Ecco comparire di fronte a noi un braccio alzato, un
volto che manca e un altro invece, di troppo, a sostituirne l’originale però
questa volta in chiave diversa, opposta, quasi morbosa e negativa. Quel
braccio alzato, come a mettersi la testa fra le mani, o le mani nei capelli,
è un gesto di ben più ampia portata che non riferito ad un particolare tipo
psicologico o ad una era della storia umana. Lì è ritratta, a mio modo di
vedere, una frequente condizione umana, fotografata, anche solo
simbolicamente e non necessariamente anche fisicamente, nel momento - e di
questi momenti la vita sa farne attimi di verità così come effimere stagioni
passeggere - della notte dell’anima e della grande contraddizione. Disperare
per ciò che si è fatto o per ciò che si è, secondo l’artista, produce
scenari interiori che non portano a nulla di buono, al punto che là dove nel
disegno ci si potrebbe eventualmente attendere l’espressione di un volto, ci
troviamo invece un metafisico ed angoscioso “vuoto”, il quale soltanto
prepara la strada a quella testa scura raffigurata nella direzione opposta a
quella frontale, un “anti-volto” a guardare all’indietro carico di una
dimensione notturna e spettrale, di un valore ontologico e morale
essenzialmente negativo, contrario alla verità, contrario alla vita”.
Michele Steinfl
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