Per
iniziativa dell’Assessorato al Turismo della Regione
siciliana, con la collaborazione dell’Azienda autonoma
di Soggiorno della città di Palermo, è stata organizzata
una mostra retrospettiva di Christian Hess nei locali
della propria Galleria d’Arte, sede di tante altre
manifestazioni ben riuscite.
Si
ricorderà che Christian Hess, nato a Bolzano nel 1895 e
morto a Innsbruck nel 1944, fu pittore e scultore, che,
formatosi a Monaco di Baviera, ebbe modo di lavorare in
parecchie parti d’Europa, come in Germania, in Austria,
in Svizzera, in Scandinavia e in Italia. Fece parte
assieme ad altri artisti tedeschi della “Juryfreie”, il
movimento d’avanguardia (“Fuori giuria”), che durante
gli anni Trenta sostenne la libertà dell’arte in netta
polemica con il regime nazista di Hitler. Difatti
Christian Hess, a distanza di trenta anni precisi dalla
sua morte, non viene ricordato soltanto per il pregio e
la qualità della sua produzione artistica, ma anche per
il suo coraggio ed il suo impegno, contrapposti al
nazismo.
Di fronte
alle opere di Hess si rimane colpiti nel riconoscere la
testimonianza, fra le più vive, di quell’arte tedesca
sviluppatasi tra le due guerre e che ad un certo punto
fu ripudiata e bollata da Hitler come arte degenerata.
Soprattutto la produzione di Hess ci dà occasione di
cogliere una ricerca più profonda nel tentativo di
innestare l’esperienza della Mitteleuropa in quella
dell’isola, forse spinto in ciò anche da una certa
suggestione della poesia goethiana.
La
scoperta solare contribuì non poco a determinare una
svolta nella pittura di Christian Hess, che dinanzi ai
colori e ai cieli caldi dell’isola era portato
lentamente a dimenticare le nevi del paesaggio natio,
senza mai abbandonarsi ad un languido romanticismo. Hess
venne in Sicilia quando ormai la sua formazione era
compiuta; eppure riuscì a comprendere non pochi aspetti
della condizione umana siciliana.
A
testimonianza della sua nuova produzione si potrebbe
citare la Ragazza che dorme su cuscino giallo, prima
sconosciuto, punta direttamente ad una struttura
antimpressionistica, per la sua dolcezza calcolata e la
forza luminosa. Per questo sarebbe anche il caso di
rintracciare puntualmente i rapporti con i pittori
isolani, che ebbe modo di incontrare, e quindi
verificare quanto ricevette e quanto diede in questo
incontro.
Piero Di Giovanni