Critica

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Le Mostre d'Arte

Riscoperta postuma di Christian Hess

Angelo Dragone

Paese Sera, 24 marzo 1976

 

Una mostra retrospettiva del pittore tedesco Christian Hess (nato a Bolzano nel 1895) ha trovato in Torino (Sala delle Colonne, al Teatro Gobetti, via Rossini 8) l’ultima tappa italiana di un itinerario iniziato in Sicilia – dove a più riprese l’artista soggiornò vivendovi una sorella sposata, Emma – per concludersi ad Innsbruck, la città in cui, nel ’44, egli morì in seguito alle ferite riportate sotto un bombardamento aereo. La vita di Hess si chiudeva dunque nel breve arco di 49 anni, dopo aver dato il meglio di sé fra le due guerre. Della sua vicenda artistica reca ora testimonianza l’esposizione che, organizzata col patrocinio del Goethe Institut e con l’appoggio della Regione Siciliana, oltre che di altri enti siculi, ha riunito una sessantina dei superstiti suoi dipinti ad olio, acquerelli e disegni (mancando soltanto le sculture, di cui s’è perso quasi tutto); un complesso di opere che, a trent’anni dalla scomparsa del pittore, contribuirà certo a sottrarlo ad un immeritato oblio.

Di fronte ai suoi quadri si sente subito, infatti, la tempra dell’artista che ha vissuto nel clima europeo del suo tempo, interpretandone le più vive suggestioni in una forma che, a poco a poco, doveva passare dalla originale estrazione post-impressionista ad un espressionismo già attenuato, per serbare anche in seguito quasi una propensione per le avanguardie storiche, sino a sfiorare, verso il 1931-35 certe cadenze più neo-cubiste che, propriamente, astratte.

Hess è stato senza dubbio un pittore colto – l’occhio aperto e ricettivo – un autentico temperamento di colorista. Le immagini che ci ha lasciato, fanno subito presente la loro parentela con certi personaggi dipinti da Hofer e da Beckmann, così come le accensioni dei colori hanno qualcosa dell’astrattismo d’un Baumeister, mentre i frequenti soggiorni italiani riecheggiano, con un vago novecentismo, soprattutto una luminosa tavolozza che può far pensare a quella di un Guttuso, nei sulfurei riflessi mescolati ai verdi dei fichi d’India, ai blu limpidi dei cieli e ai viola di cui l’ombra qui tinge la terra.

Non meravigli, quindi, il suo interesse per i personaggi popolari, la sua quasi – “immedesimazione nel popolo siciliano” (come la chiama Venturoli: si pensi soltanto alla storia dell’uomo: tedesco democratico a Barlino, sotto i primi furori “incredibili” dell’hitlerismo, pacifista a Lucerna” quando già aveva aderito al gruppo della Juryfreie (“fuori giuria”). Era, questo, il movimento di punta di cui divenne subito l’animatore, ma per poco, in quanto ben presto fu sciolto da Hitler che lo considerava sovversivo. Fu soprattutto allora che Hess cercò in tutta Europa, dal Nord al Mediterraneo, nuovi contatti e nuovi stimoli di cui continuò sino all’ultimo a nutrire la sua mano artigiana.

                                                                                    Angelo Dragone