Personaggi
Christian Hess
UN PITTORE SOLARE
Ettore Frangipane
Dal sito
http://www.bolzano-scomparsa.it
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Sulla
casa sita all’inizio di via Portici, al numero 76, una
lapide murata nel 1975 ricorda che lì è nato Christian Hess,
pittore. Nato la vigilia di Natale del 1895, Hess ebbe vita
difficile. Visse in Austria e Germania ma la sua arte non
piacque ai nazisti, e allora si trasferì in Sicilia. Morì
per le conseguenze di un bombardamento aereo su Innsbruck il
26 novembre del 1944. Dimenticato, è stato riscoperto negli
anni Settanta grazie a sua sorella Emma che, a Messina, si è
adoperata per allestire una mostra retrospettiva aperta nel
1974 nel palazzo del Turismo di Palermo: la prefazione del
catalogo fu scritta da Leonardo Sciascia.
Bolzanino, ma nella sua città Christian Hess visse poco.
Aveva 13 anni infatti quando la sua famiglia si trasferì ad
Innsbruck dove, morto il padre, Christian lasciò il ginnasio
per la “Staatsgewerbeschule” (istituto statale d’arte). La
sua prima mostra a vent’anni, ad Innsbruck, esperienze
brucianti in guerra nelle Fiandre (ma lui approfitta della
circostanza per visitare musei e chiese nelle città
occupate), nel dopoguerra s’iscrive alla “Bayerische Akademie
der Bildenden Künste”. Poi le mostre, inizialmente
collettive, nel ’22 una personale anche a Bolzano. Quindi
nel museo di Vienna inizia una attività abbastanza insolita,
copiando – su indicazione di collezionisti – quadri di
Tiziano, Veronese, van Dyk, Renoir, Antonello da Messina ed
altri. Questa sua attività, impostagli dalla necessità di
guadagnare, lo porta a riprodurre quadri anche agli Uffizi
di Firenze, ma parallelamente si sposta di città in città,
torna episodicamente a Bolzano, nel 1929 aderisce al
movimento “Juryfreie” (artisti che rifiutano di sottoporsi
ad alcun giudizio) del quale faranno parte anche Picasso,
Klee, Severini, Mirò. Scrive la Münchner Augsburger
Abendzeitung in relazione ad una sua esposizione di
quell’anno: “Una maternità commuove per le sue armonie
delicatamente cromatiche e la vera e convincente
espressione”. E’ il 1931, un incendio al Glaspalast di
Monaco distrugge tutti i quadri di Hess e degli altri “Juryfreie”;
poi viene il ’33, arriva il nazismo, la “Juryfreie” viene
sciolta perché considerata riflesso di cultura bolscevica,
ed è da quel momento che Christian Hess si trasferisce in
Sicilia, della quale riscopre i colori. Una breve infelice
parentesi svizzera accanto alla moglie che lo lascerà
(oltretutto nella repubblica elvetica i tedeschi non sono
benvisti), Germania con grossi problemi, ancora Svizzera e
Germania e intanto Christian Hess si ammala. La polizia
militare nel 1940 lo ferma e lo arruola, ma – perché
malmesso di salute – lo si impiega solo nel servizio
postale. Da un sanatorio all’altro, una vita difficile,
sofferta, alla ricerca continua di occasioni di lavoro, si
avvicina al suicidio, poi il bombardamento a cinque mesi
dalla fine della guerra, la sua morte nel vicino ospedale di Schwaz, l’inumazione nel “Westfriedhof” di Innsbruck. Questa
la vita di Christian Hess, di un artista completo che
riassunse in sé le istanze pittoriche del nord e del sud:
spaziò dall’espressionismo tedesco al Novecento italiano. In
certi suoi quadri dipinti nel profondo sud, quand’era ospite
di sua sorella Emma, a Messina, sorprende la “sicilianità”
che poi sarebbe stata di Guttuso. Christian Hess sotto
questo profilo fu un vero altoatesino, un uomo sospeso tra
il nord e il sud. Un europeo.
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Retrospettiva di
Christian Hess a Bolzano |
Ettore Frangipane
5 maggio 1975 - ore 14,30
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Intervista con Ennio Casciaro, direttore della Galleria
Goethe
Nato nel 1895. Una vita errabonda.
Approdato infine in Sicilia. Sepolto a Innsbruck nel
1944. Christian Hess è tornato nella sua città natale
con una vasta raccolta retrospettiva delle sue opere
esposte alla Galleria Goethe. E’ la mostra itinerante
che ha preso l’avvio a Palermo nel dicembre scorso
presentata a Roma, Padova, Genova, Trieste ed è stata
ora aperta a Bolzano. Proseguirà poi per Torino, Milano,
Innsbruck, Vienna, Zurigo, Monaco, sul filo di una
riscoperta recente emersa dalla polvere della guerra che
aveva inghiottito il ricordo dell’artista che reintegra,
ora, nella storia della pittura uno dei talenti usciti
dalla scuola di Monaco di Baviera.
La Sicilia ebbe un ruolo di primo piano nella
vita e nello sviluppo artistico di Hess per essere stata
esilio e rifugio durante i furori irrazionali del
nazismo e per avergli offerto profondi stimoli culturali
e spirituali. Nell’isola è stata ritrovata gran parte
delle opere presenti nella retrospettiva ora approdata a
Bolzano. Christian Hess nato a Bolzano si è formato a
Innsbruck e a Monaco, vivendo in prima persona i
fermenti dell’impressionismo e dell’espressionismo
giungendo, infine, a ravvivare la sua tavolozza prima
alla luce mediterranea e poi con esperienze post-cubiste
e metafisiche. Bolzano, nell’accogliere la mostra,
intende ora tributare all’artista scomparso i
riconoscimenti che si debbono ad un uomo che seppe
mantenersi fedele ai propri ideali e difendere la sua
arte da ogni oppressione.
- Quante le opere presentate alla
Galleria Goethe? Risponde Ennio Casciaro:
“Le opere sono circa 70
tra oli e acquerelli e abbracciano un largo periodo
della vita dell’artista, in pratica
tra gli anni ‘20 e il 1935”
-
Quindi praticamente non è soltanto un Hess quello che
compare qui, alla Goethe di Bolzano, ma un lungo periodo
in cui l’artista si è sperimentato in stili diversi.
- Certo essendosi
formato a Innsbruck e all’Accademia di Monaco di Baviera
è un artista che è stato influenzato dall’impressionismo
e poi dall’espressionismo.
- Vediamo anche degli
esperimenti di carattere cubista e futurista…
- Si un po’
cubista e soprattutto metafisico.
- Poi gli ultimi suoi
quadri, quelli dell’esperienza siciliana; quelli più
luminosi, forse, nei quali il paesaggio torna con tutto
il cromatismo, tipico delle terre del Sud.
- Si certamente la
Sicilia ha contribuito a questa nuova luce che
ritroviamo nei quadri.
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