Critica

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Retrospettiva di
Christian Hess


Fulvio Grassi

Il Carabiniere n. 4 – Aprile 1975
Nel mondo dell’Arte

Organizzata dalla Deutsche Bibliothek del Goethe Institut di Roma, si è svolta nel gennaio-febbraio scorsi una mostra retrospettiva di Christian Hess, artista di cultura tedesca, ma lungamente attivo in Italia, particolarmente in Sicilia. Akois Anton Hess (Christian era il suo nome d’arte), nacque a Bolzano nel 1895 da una famiglia originaria del Württemberg e si trasferì giovanissimo a Innsbruck, dove frequentò la Staatsgewerbeschule, l’istituto statale d’arte. A vent’anni prese parte alla guerra 1915-18, dopodichè riprese gli studi presso l’Accademia di Monaco, partecipando a varie collettive e vincendo alcune borse di studio per la Scandinavia.

Al 1925 risale il primo viaggio in Italia, prima a Firenze, poi a Messina presso una sorella. Restò subito incantato dai colori dell’isola mediterranea e il paesaggio e i personaggi siciliani ebbero presto molto spazio nelle sue tele- Del 1925 sono infatti la “Donna che riposa” e “Asinello e fichidindia”, seguiti nel 1927 dalle “Donne di Sicilia”, “Uliveto con carretto”, “Caprone e fichidindia”, mentre al 1928 risalgono il “Balcone in Sicilia” e la “Ragazza che dorme su cuscino giallo”.

Nel 1929 aderì al movimento “Juryfreie” (Fuori giuria), un gruppo numerosissimo di artisti, oltre quattrocento, che raccoglieva in quegli anni la maggior parte dei giovani artisti tedeschi, ma che si sciolse nel volgere di pochissimo tempo (1933) perché considerato dai nazisti espressione della cosiddetta “arte degenerata”- Dal 1933 i soggiorni a Messina si alternarono a lunghe permanenze in Svizzera -patria della moglie Cecilia Faesy, dalla quale si separò nel 1936 - fino al 1938  quando tornò in Germania, gravemente ammalato. Morì a Innsbruck nel 1944, durante un bombardamento aereo, mentre era ricoverato nell’ospedale di Schwaz.

Delle sue opere si è saputo ben poco fino alla organizzazione, sotto il patrocinio del Parlamento Europeo, della retrospettiva di Palermo (26 novembre- 10 dicembre 1974), che ha rivelato tutta l’importanza della sua arte, per la quale si è parlato, giustamente, di “talento coloristico”. A noi interessa mettere in evidenza l’appassionata e viva partecipazione dell’artista al mondo meridionale, con connotati che richiamano alla mente, molti dei nostri migliori artisti del Novecento e, tra questi, Guttuso, Migneco e certi quadri di Levi. Intendendo con questo dire che per Hess la Sicilia non fu uno spettacolo folkloristico da illustrare, né una suggestiva occasione di lavoro, bensì un vero e proprio incontro intimo con la natura e l’umanità isolana. In proposito vanno ricordati almeno i “Pescatori di Taormina”, il “Veliero sullo Stretto”, l’”Indovino”, l’”Autoritratto sulla barca” e il notturno sullo Stretto”.

Christian Hess: “Ladro e carabiniere”
(olio su tela, 1934)

Quanto avesse ben capito la realtà da cui era circondato, lo dimostra, tra l’altro, uno dei dipinti più apprezzato dai visitatori dell’esposizione “Ladro e carabiniere”, un olio su tela del 1934. In primo piano entrambe le figure del ladro e del carabiniere, mentre sullo sfondo giganteggiano due piroscafi nelle acque del porto. Il ladro ha in mano due colombe e non appaiono certo corpo di reato, quanto piuttosto un’offerta propiziatrice al rappresentante della legge, una simbolica invocazione di libertà. Il carabiniere non mostra catene o manette, né ha severo cipiglio, ma lascia trasparire  sotto i tradizionali baffi un bonario sorriso, quasi di ammiccante solidarietà. Non, quindi, “l’antica protesta del diseredato contro la legge”, com’è pur stato scritto, quanto, invece, una felice intuizione dell’artista della origine popolare, contadina che accomuna entrambi i protagonisti del quadro.

Sulla scorta del successo romano, non è difficile prevedere alla manifestazione dedicata ad Hess, che sarà trasferita in altre città europee, altrettanti consensi.

                                                                                                             Fulvio Grassi