Critica

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Il pittore Christian Hess dimenticato e riscoperto

E. C. Mansbart
 

Neues Tiroler Tageszeitung 
Innsbruck 17 settembre 1976 


 

Il Tiroler Landes Museum espone, fino al 31 ottobre, 60 opere di Christian Hess nato a Bolzano nel 1895 e morto a Innsbruck nel 1944 in seguito alle ferite in un bombardamento. Dopo la frequenza della scuola d’arte di Innsbruck e alla Glaamalerei Hess studiò a Monaco, nel 1922 si fermò a Gotemburgo, Malmoe e Stoccolma e dopo a Vienna si dedico soprattutto alla copia di ritratti di antichi maestri.
Nel 1925 il pittore trovò a Messina una nuova patria. Qui si trova anche la sua eredità artistica custodita dalle due nipoti del pittore. Lo sviluppo artistico fu influenzato a Monaco dagli espressionisti tedeschi e dall’amicizia con Max Beckmann, dal 1928, e di Karl Hofer, dal 1930, è stilisticamente rilevabile nella sua opera. Tuttuvia. la sua espressione è poco aggressiva. Silenzio, malinconia e concezione fatalistica esprimono i suoi ritratti. Colori tranquilli e puri e la formulazione di scene intime permettono all’invisibile di diventare visibile. Come “pittore di Messina” egli trova un gioco di colori ricco di sfumature.
Hess appartenne a due cerchie di cultura quella mitteleuropea e quella mediterranea. Tuttavia egli non ha nulla in comune con l’arte tirolese fra le due guerre, ma egli ebbe spunti dalla pittura tedesca, francese e italiana degli anni Venti. Bisogna ringraziare l’Istituto Italiano di Cultura se si può vedere anche ad Innsbruck la mostra itinerante preparata dal Goethe Institut di Palermo. Il valore di mercato dei quadri è salito frattanto sui 300/400 mila scellini. Accanto alla qualità artistica del riscoperto Christian Hess questa circostanza aggiunge sensazione all’interessante mostra.

                                                           E. C. Mansbart