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Bolzano 4 dicembre 2008
pagina 40
 
Hess, un pacifista tra le due guerre
Severino Perelda
Nonostante sia da anni e chissà per quanto ancora in ristrutturazione, il Museo Civico di Bolzano di tanto in tanto riaccende le sue luci. In questi giorni, nell’ambito delle mostre temporanee organizzate dall’ Assessorato alla Cultura, Ricerca e Piano Sviluppo Strategico Idee 2015 del Comune ed in collaborazione con il Museo “Rabalderhaus” di Schwaz, dedica una ampia retrospettiva all’artista Christian Hess, figura molto interessante e non ancora degnamente considerata tra i pittori tirolesi che operarono a livello internazionale tra le due guerre.

La rassegna, allestita sotto l’Alto Patronato del presidente del Parlamento europeo, è stata curata da Carl Kraus, insigne esperto d’ arte di Innsbruck, già curatore della mostra “Donna in rosso”, e si svolge in concomitanza con un altro evento di analoga portata, quello dedicato al pittore secessionista Josef Maria Auchentaller presso la Galleria Civica. Auchentaller (1865- 1949), anch’egli artista riscoperto recentemente, nasce a Vienna da famiglia di radici altoatesine, mentre Hess (1895-1944) nasce proprio a Bolzano, precisamente in via Portici al civico 72. Ancora giovanissimo si trasferisce con la famiglia ad Innsbruck ed in Italia, per la prima volta, tornerà ormai trentenne. Prima tappa: Firenze, dove copia i dipinti degli Uffizi e di Palazzo Pitti. Mèta finale: Messina, dove avrebbe ritrovato la sorella Emma.

In Sicilia tornerà e soggiornerà a lungo più volte (quasi ogni anno dal 1926 al 1938), assaporando sensazioni ed emozioni che lo coinvolsero per il resto della vita. Formatosi artisticamente prima ad Innsbruck e poi a Monaco, assimilò l’ esperienza di pittore tedesco in pieno clima espressionista con i forti contagi delle atmosfere mediterranee. Breve il suo percorso: vivrà quasi 49 anni, con tutte le difficoltà materiali e morali che il mestiere d’artista comportava. Una breve, ma intensa esistenza attraverso un periodo artisticamente affascinante e nondimeno politicamente tragico.

In mostra, circa una sessantina di opere, tra dipinti ad olio, tempera, acquerello, oltre a disegni a china ed opere grafiche (incisioni e acqueforti) e qualche piccola scultura, in cui Hess si esprime attraverso una pittura marcata, a tratti rude e cupa, a tratti meditativa, tendente alla rappresentazione drammatica, anche se talvolta stemperata da forti slanci di lirismo umanistico. Una combinazione poetica con tratti pudicamente romantici: quasi un monito alla compostezza. Orgoglio e sofferenza si fondono con una affinità teatrale quasi di stampo brechtiano.

Molto probabilmente la sua modalità espressiva va riconosciuta, oltre che in virtù di inevitabili influenze (Dufy, Braque, Gris, Matisse, Picasso, Beckmann, ma anche “Blau Reiter” “Brücke” ed i Fauves francesi...), al carattere stesso ed alle facoltà percettive di un pittore di allora, con tendenze cosmopolite e pacifiste e che assorbì cultura in Germania, Svizzera, Scandinavia, in Italia (Kraus definisce l’ artista come “il più importante pittore a livello internazionale che abbia avuto origini altoatesine”) rispetto ad altri suoi contemporanei meno aperti in questo senso.

                                                                    Severino Perelda