Critica

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Mostra di Christian Hess a Roma
 
 
Gundi Wachtler
 

Kunstkalender
2 febbraio 1975

 

Che vi siano ancora oggi artisti di spessore internazionale da scoprire, che hanno lasciato dietro di sé numerose opere di grande qualità, nessuno lo crederebbe possibile, specie chi conosce in qualche modo l’irrequieto mercato dell’arte degli ultimi anni. Il pittore Christian Hess, tirolese e precisamente nativo di Bolzano, la cui opera viene esposta in una mostra itinerante in Italia, Austria, Germania e Svizzera, non è per nulla noto nella sua terra.

La mostra che attualmente si può vedere al Goethe Institut di Roma e che più tardi arriverà anche a Bolzano, è stata organizzata in Sicilia, dove Hess lavorò a lungo, e dove oggi vive ancora la sorella, che ha raccolto e custodito l’eredità dell’artista.
Sicilia - Tirolo - Monaco, i suoi luoghi di studio – questi sono i poli della vita e dell’opera dell’artista Christian Hess, che viene influenzato da due cerchie culturali, la mitteleuropea e la mediterranea.

Alla prima appartiene Hess per nascita e formazione. Nella casa di via Lauben nr. 72 nasce nel 1895 come figlio di un nativo del Württemberg e di una austriaca. A Monaco trova la sua identità come artista, quando si associa al nascente gruppo della Juryfrei che si è formato tra l’espressionismo e la nuova oggettività. I suoi quadri, come per esempio “Baronessa con veletta” del 1922 colpiscono i critici per la coloristica ed una particolare forza espressiva.

La permanenza in Sicilia infine impregna in modo decisivo il suo stile: colori e luce diventano più intensi, le forme più precise. Influssi di pittori italiani del suo tempo, come la pittura metafisica o futurista sono riconoscibili. Contemporaneamente la quotidianità siciliana determina la tematica di molti quadri.

Il suo più alto vertice artistico Hess lo raggiunge negli anni Trenta. Di questo periodo la mostra espone una serie di interessanti ritratti femminili e motivi siciliani.
Personalmente questi anni non sono molto felici per lui: in una Germania nazista per un artista come lui non vi è posto, Così egli diventa un emigrante senza pace e si muove tra Italia, Austria, Svizzera e Germania avanti e indietro. La sua vita egli la deve alimentare con lavori occasionali come pittura su stoffa, bozzetti e lezioni di pittura. Nell’anno 1944 muore, per un bombardamento, in Innsbruck a 49 anni.
Molte sue opere sono andate perdute nello scompiglio della guerra.

                                                                                                Gundi Wachtler