| CERIMONIA DI APERTURA - BOLZANO 4-24 MAGGIO 1975 | 
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| INDIRIZZO DI SALUTO DEL COMM. 
			WALTER AMONN | 
|  Consentitemi 
			anzitutto di ricordare la figura del compianto comm. Lino Ziller, 
			presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Bolzano, 
			che intendeva onorare con questa mostra un illustre concittadino, 
			Christian Hess che qui ebbe i natali. Noi nella “Primavera di 
			Bolzano” cerchiamo di ravvivare i contatti tra le popolazioni 
			italiane e quelle di lingua tedesca. Christian Hess con la sua arte 
			si inserisce perfettamente in questo quadro spirituale e culturale. 
			Dalle sue composizioni si vede che era un pittore tedesco che 
			dipingeva ispirato alla cultura e ai paesaggi italiani. Hess, 
			inoltre, amò l’Italia e la sua gente tra la quale gli piacque vivere 
			e trovarsi a lungo. Cedo volentieri la parola al nostro Sindaco, 
			Giancarlo Bolognini, il quale illustrerà il significato di questa 
			mostra. | 
| Discorso del Sindaco di Bolzano Giancarlo Bolognini | 
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| Il comm. Amonn ha ricordato la figura del Sindaco Ziller, 
			presidente dell’Azienda di Soggiorno e Turismo recentemente 
			scomparso, perché quest’uomo fu impegnato in maniera veramente 
			convinta affinché questa mostra venisse realizzata nel quadro delle 
			manifestazioni promosse dall’Azienda per la “Primavera di Bolzano”. 
			Purtroppo non potè Ziller apprezzare e ammirare i quadri che oggi 
			siamo nella condizione di apprezzare e ammirare noi. Credo che valga 
			la pena di ricordarne la figura e l’opera quest’oggi, perché oggi 
			ricordiamo un grande bolzanino. Hess è un figlio di Bolzano che se 
			non ritorna fisicamente con la sua persona nelle strade e nelle 
			piazze di questa città, vi ritorna attraverso la sua produzione 
			umana più qualificata, attraverso il suo contributo d’arte che è 
			riuscito a dare all’Europa, oserei dire al mondo. Hess è un 
			personaggio di grande valore. Io non sono un intenditore d’arte, ma per i rapidi sguardi che sono riuscito a dare entrando, questi quadri hanno rafforzato in me il convincimento fattomi leggendo quelle poche righe per documentarmi un minimo, come Sindaco della Città, attorno ad un pittore di grosso rilievo che Bolzano ha avuto l’onore di vedere nascere, qui vicino, in una casa di via dei Portici. Anzi vi informo che l’Amministrazione Comunale ha deciso di apporre una lapide sulla casa natale di Hess. E credo non sia solo un piacere poter riavere a Bolzano almeno attraverso la testimonianza della sua arte, un concittadino che ha così ben meritato. Credo che possa essere considerato anche sotto un aspetto del tutto particolare: Hess è un uomo che ha vissuto le sue esperienze culturali più impegnate a cavallo tra la prima e la seconda guerra mondiale, in un arco di storia in cui l’Europa ha dimostrato le sue debolezze, le sue incertezze, i suoi errori, sfociati poi in una guerra tragica in cui Hess stesso perse la vita proprio negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale. Un periodo storico di vicende politiche, di errori, di debolezze, di incertezze che particolarmente in questa terra e in questa città hanno pesato tentando di dividere gli uomini, tentando di far sì che le lingue diverse, le culture diverse, le condizioni diverse potessero significare momenti di scontro e non momenti di incontro, con tentativi di sopraffazione di un gruppo su un altro, con tentativi di rafforzare posizioni di prepotenza e non di libertà.  Hess 
			è stato un uomo che in questo periodo ha ricercato la sua libertà 
			personale ed espressione artistica. Un uomo che ha rivendicato in un 
			momento turbinoso per la vita del nostro Continente, per la nostra 
			umanità, ha rivendicato il suo diritto di testimoniare con libertà 
			la propria capacità d’arte ed ha rivendicato il suo diritto di 
			lavorare da uomo libero. E credo che quando un uomo vuole dimostrare 
			di essere capace di lavorare come un uomo libero, come Hess ha 
			cercato di fare, credo che senz’altro quest’uomo è un uomo capace di 
			portare discorsi di pace. Ecco, ritrovare a Bolzano le testimonianze 
			di Hess, essere riusciti a riportare a Bolzano le testimonianze 
			d’arte vissuta di Hess, a distanza d’anni, in un momento in cui in 
			questa città, in questa terra stiamo ricostruendo le lacerazioni del 
			passato, può significare, in fin dei conti, riportare a Bolzano un 
			discorso di speranza verso il futuro. Hess è morto, ci ha lasciato delle grandi opere, ci ha lasciato soprattutto quegli ammaestramenti a tutti noi liberi uomini: la necessità per ogni uomo di rivendicare la propria libertà, la necessità per ogni persona di esprimersi in libertà con il proprio lavoro. A Bolzano oggi, a distanza di 31 anni dalla sua morte e a 30 anni dalla conclusione della seconda guerra mondiale, di quel lungo e tormentato periodo della vita di questa continente, dell’intero mondo, credo, essere riusciti a riportare queste opere queste testimonianze, abbia proprio un significato di libertà e di pace. E credo che Hess, quindi, possa giustamente tornare nella città dove è nato, possa giustamente essere nuovamente incontrato dai bolzanini che in questi anni indubbiamente non l’hanno conosciuto. Ma io mi auguro che i bolzanini in questi giorni vengano in questa galleria, ne apprezzino le opere e soprattutto sappiano ricostruirne lo spirito, la vitalità di artista e di uomo libero. I bolzanini nell’artista, nell’uomo libero Hess, sapranno indubbiamente riconoscere anche il futuro della loro città. Per questo, a nome dell’Amministrazione Comunale io ringrazio in maniera calorosa i promotori di questa iniziativa che si svolge sotto l’egida del Goethe Institut e del Parlamento Europeo. Ma soprattutto io credo di dover ringraziare le persone che con impegno, competenza e dedizione, da anni a questa parte si sono mosse, hanno lavorato, hanno operato, perché queste opere venissero riscoperte, perché si riaprisse un discorso su questo artista che indubbiamente meritava questa attenzione e questo impegno. Credo che soprattutto a queste persone vada il ringraziamento di Bolzano perché indubbiamente hanno permesso che Bolzano e non soltanto Bolzano potesse apprezzare opere d’arte di assoluto valore; e soprattutto che Bolzano potesse avere il piacere di riscoprire e di riconoscersi in un suo cittadino che molto ha meritato per la città e per tutta l’Europa. Grazie. | 
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