Exhibitions 1974-1979

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OPENING EXHIBITION  - BOLZANO 4-24 MAY 1975

 

 

INDIRIZZO DI SALUTO DEL COMM. WALTER AMONN
dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Bolzano

 
Consentitemi anzitutto di ricordare la figura del compianto comm. Lino Ziller, presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Bolzano, che intendeva onorare con questa mostra un illustre concittadino, Christian Hess che qui ebbe i natali. Noi nella “Primavera di Bolzano” cerchiamo di ravvivare i contatti tra le popolazioni italiane e quelle di lingua tedesca. Christian Hess con la sua arte si inserisce perfettamente in questo quadro spirituale e culturale. Dalle sue composizioni si vede che era un pittore tedesco che dipingeva ispirato alla cultura e ai paesaggi italiani. Hess, inoltre, amò l’Italia e la sua gente tra la quale gli piacque vivere e trovarsi a lungo. Cedo volentieri la parola al nostro Sindaco, Giancarlo Bolognini, il quale illustrerà il significato di questa mostra.
 

Discorso del Sindaco di Bolzano Giancarlo Bolognini

 

 
Il comm. Amonn ha ricordato la figura del Sindaco Ziller, presidente dell’Azienda di Soggiorno e Turismo recentemente scomparso, perché quest’uomo fu impegnato in maniera veramente convinta affinché questa mostra venisse realizzata nel quadro delle manifestazioni promosse dall’Azienda per la “Primavera di Bolzano”. Purtroppo non potè Ziller apprezzare e ammirare i quadri che oggi siamo nella condizione di apprezzare e ammirare noi. Credo che valga la pena di ricordarne la figura e l’opera quest’oggi, perché oggi ricordiamo un grande bolzanino. Hess è un figlio di Bolzano che se non ritorna fisicamente con la sua persona nelle strade e nelle piazze di questa città, vi ritorna attraverso la sua produzione umana più qualificata, attraverso il suo contributo d’arte che è riuscito a dare all’Europa, oserei dire al mondo. Hess è un personaggio di grande valore.
Io non sono un intenditore d’arte, ma per i rapidi sguardi che sono riuscito a dare entrando, questi quadri hanno rafforzato in me il convincimento fattomi leggendo quelle poche righe per documentarmi un minimo, come Sindaco della Città, attorno ad un pittore di grosso rilievo che Bolzano ha avuto l’onore di vedere nascere, qui vicino, in una casa di via dei Portici. Anzi vi informo che l’Amministrazione Comunale ha deciso di apporre una lapide sulla casa natale di Hess. E credo non sia solo un piacere poter riavere a Bolzano almeno attraverso la testimonianza della sua arte, un concittadino che ha così ben meritato. Credo che possa essere considerato anche sotto un aspetto del tutto particolare: Hess è un uomo che ha vissuto le sue esperienze culturali più impegnate a cavallo tra la prima e la seconda guerra mondiale, in un arco di storia in cui l’Europa ha dimostrato le sue debolezze, le sue incertezze, i suoi errori, sfociati poi in una guerra tragica in cui Hess stesso perse la vita proprio negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale. Un periodo storico di vicende politiche, di errori, di debolezze, di incertezze che particolarmente in questa terra e in questa città hanno pesato tentando di dividere gli uomini, tentando di far sì che le lingue diverse, le culture diverse, le condizioni diverse potessero significare momenti di scontro e non momenti di incontro, con tentativi di sopraffazione di un gruppo su un altro, con tentativi di rafforzare posizioni di prepotenza e non di libertà.

Hess è stato un uomo che in questo periodo ha ricercato la sua libertà personale ed espressione artistica. Un uomo che ha rivendicato in un momento turbinoso per la vita del nostro Continente, per la nostra umanità, ha rivendicato il suo diritto di testimoniare con libertà la propria capacità d’arte ed ha rivendicato il suo diritto di lavorare da uomo libero. E credo che quando un uomo vuole dimostrare di essere capace di lavorare come un uomo libero, come Hess ha cercato di fare, credo che senz’altro quest’uomo è un uomo capace di portare discorsi di pace. Ecco, ritrovare a Bolzano le testimonianze di Hess, essere riusciti a riportare a Bolzano le testimonianze d’arte vissuta di Hess, a distanza d’anni, in un momento in cui in questa città, in questa terra stiamo ricostruendo le lacerazioni del passato, può significare, in fin dei conti, riportare a Bolzano un discorso di speranza verso il futuro.

Hess è morto, ci ha lasciato delle grandi opere, ci ha lasciato soprattutto quegli ammaestramenti a tutti noi liberi uomini: la necessità per ogni uomo di rivendicare la propria libertà, la necessità per ogni persona di esprimersi in libertà con il proprio lavoro. A Bolzano oggi, a distanza di 31 anni dalla sua morte e a 30 anni dalla conclusione della seconda guerra mondiale, di quel lungo e tormentato periodo della vita di questa continente, dell’intero mondo, credo, essere riusciti a riportare queste opere queste testimonianze, abbia proprio un significato di libertà e di pace.

E credo che Hess, quindi, possa giustamente tornare nella città dove è nato, possa giustamente essere nuovamente incontrato dai bolzanini che in questi anni indubbiamente non l’hanno conosciuto. Ma io mi auguro che i bolzanini in questi giorni vengano in questa galleria, ne apprezzino le opere e soprattutto sappiano ricostruirne lo spirito, la vitalità di artista e di uomo libero. I bolzanini nell’artista, nell’uomo libero Hess, sapranno indubbiamente riconoscere anche il futuro della loro città. Per questo, a nome dell’Amministrazione Comunale io ringrazio in maniera calorosa i promotori di questa iniziativa che si svolge sotto l’egida del Goethe Institut e del Parlamento Europeo.
Ma soprattutto io credo di dover ringraziare le persone che con impegno, competenza e dedizione, da anni a questa parte si sono mosse, hanno lavorato, hanno operato, perché queste opere venissero riscoperte, perché si riaprisse un discorso su questo artista che indubbiamente meritava questa attenzione e questo impegno. Credo che soprattutto a queste persone vada il ringraziamento di Bolzano perché indubbiamente hanno permesso che Bolzano e non soltanto Bolzano potesse apprezzare opere d’arte di assoluto valore; e soprattutto che Bolzano potesse avere il piacere di riscoprire e di riconoscersi in un suo cittadino che molto ha meritato per la città e per tutta l’Europa. Grazie. 
 

 

  

 
 
 

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