Criticism

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CHRISTIAN HESS
Un espressionista innamorato della Sicilia

Michele Spadaro  
 

Quando, alla metà del 1700, vennero scoperte Pompei ed Ercolano, poiché la dinastia borbonica, per merito di Carlo III, attraversava il suo momento di migliore Illuminismo, inizia la moda di visitare l’Italia per ritrovarvi i segni della classicità, prima esclusivi della città di Roma. Winckelmann fa conoscere le bellezze degli scavi campani al mondo culturale dell’epoca. Da allora personaggi illustri e altri meno conosciuti, tutti innamorati della riscoperta classicità, iniziano a visitare ii Meridione d’ Italia.

Christian Hess giunge a Messina nel 1925, dopo aver terminato gli studi accademici a Monaco di Baviera, e viene ospitato dalla sorella Emma, che ha sposato un commerciante messinese. Formatosi nell’ambiente culturale austro tirolese, Hess rimane subito colpito dalla luce e dai colori della Sicilia. Così vi ritorna anche negli anni successivi, prima da solo e nel 1935 con la moglie che, perô, alla fine di quell’anno lo lascia.

I pittori tedeschi, suoi amici degli anni giovanili di formazione, sono Adolf Hartmann, Florian Bosch, Franz Gebhardt, Siegfried Kühnel e conosce Max Beckmann e Karl Hofer. Aderisce al gruppo Die Juryfreien, che nel 1934 sarà sciolto dai Nazisti perché ritenuto di stampo culturale bolscevico. Partecipa ad importanti mostre di pittura in Germania ed esegue affreschi e ritratti. In Svizzera, Cecile Faesy cura la vendita delle sue opere.

Nel 1939 viene arruolato ed assegnato al servizio postale. Contrae una grave malattia polmonare per la quale viene congedato. Viene ricoverato nell'ospedale di Schwabing e nel sanatorio di Planegg, ma le sue condizioni non migliorano. Nel 1942 Max von Esterle, direttore della Camera delle Arti figurative del Tirolo, gli assegna uno studio ad Innsbruck per consentirgli di lavorare. Difatti esegue affreschi ed opere di soggetto mitologico.

Muore nel 1944, quarantanovenne, nell'ospedale di Schwaz dove viene ricoverato dopo essersi esposto ad un bombardamento. Molte sue opere sono andate perdute per eventi bellici, ma anche ad opera dei Nazisti quando nel 1931 incendiano il Glaspalast di  Monaco di Baviera. Altre avranno subìto l'anonimato in piccole collezioni private. Rimangono quelle lasciate a Messina presso la sorella Emma e ad Innsbruck presso la cugina Paula.

Il Museo civico di Bolzano gli ha dedicato una mostra dal novembre 2008 a tutto il gennaio 2009, essendo egli nato in quella città il 24 dicembre 1895. Le relative poche opere esposte a Bolzano mostrano un mondo pieno di luce e di piccole notazioni caratteristiche di tradizioni, ma prive di pittoresco. Egli va a fondo del soggetto, rifuggendo dalla superficialità del turista che visita località nuove. Cielo, mare e paesaggio rurale sono stati talmente assimilati dall'Artista che riesce a ricrearli sulle tele senza far perdere loro il sapore e la tensione emotiva con cui li ha percepiti. Non solo Messina, anche Taormina, Monreale, Palermo, l'agrigentino, Selinunte e Siracusa, sono restituite arricchite di partecipazione, con segno pittorico riassuntivo e sicuro. A Messina si innamora del paesaggio dello Stretto osservato dal terrazzo della casa sulla riviera Paradiso. Le piccole navi a vela, la luna che riluce a specchio sul mare, i colombi che si posano sui cornicioni, la pesca fatta spingendo la barca a remi, le incannate dipinte con le quali si scherma la forte luce del sole che vuole invadere le stanze, la statua del Nettuno, i frutti e le verdure della Sicilia, i pesci appena pescati, le barche a secco, l’indovinaventura con la gabbietta col pappagallino che prende la scheda col becco, il ladruncolo appena arrestato dai carabinieri.

Quando la sorella cambia casa, per favorire il lavoro del marito, l’Artista se ne duole, ma presto ritrova nel nuovo ambiente, più rurale, altri temi da raccontare: l’asinello che riposa all’ombra, il caprone che guarda nascosto tra i fichi d’india, il forte Gonzaga che sovrasta la città, il giardino della villa di qualche benestante messinese. Le splendide nature morte raccontano anch’esse il nostro mondo isolano, immerse come sono nella piena e forte luce. Raccontava la sorella Emma che, quando si ricordò che lei il giorno dopo faceva gli anni, di notte raccolse un grande fascio di fiori di campo e tolse dal letto un lenzuolo sul quale, strappandone la quantità voluta, dipinse.

Non meno attenzione meritano le figure: molte di ambiente familiare, le nipotine e la sorella sorprese a fare i bagni di mare o a godere della siesta pomeridiana; altre più misteriose ma sempre legate al mondo del pittore: modelle, amiche, musicisti. Pur avendo respirato la cultura europea del suo tempo e aver visto e analizzato le opere di altri espressionisti, l’arte di Hess non perde la personalità e la vivacità del racconto, anche quando un evidente velo di malinconia traspira dalle figure ritratte. Conosce gli stili pittorici del momento: il cubismo di Picasso, la classicità di Hofer, la metafisica di De Chirico, le semplificazioni fortemente coloristiche di Beckmann, le deformazioni degli espressionisti, ma rimane sempre I’Hess capace di reinventare e far rientrare ogni cosa nel mondo naturalmente classico della vita proletaria siciliana, spontaneamente maturata dalle stratificazioni delle antiche civiltà.
                                            

                                                                                      Michele Spadaro