|
Il Progetto |
Quelle circostanze decise dal destino |
|||||||||
(dma) - Non che io sia fatalista, tuttavia non riesco a spiegarmi come mai, nella mia virtuale correlazione con il Maestro, diverse circostanze siano avvenute per puro caso, per una sorta di serendipity, quella fortuita coincidenza che porta a incontri o scoperte imprevedibili. Come se certe cose potessero accadere per fatalità, per congiunzioni astrali, o perché decise dal destino. Invero avrei potuto sapere di Christian Hess quattro anni prima di quando ne venni a conoscenza, ma evidentemente non possedevo ancora l’esperienza necessaria per promuovere la riscoperta delle sue opere. Quando ne fui informato mi resi subito conto che bisognava far rivivere quell’Arte dimenticata, in tutto e per tutto europea. Perché dal cuore del vecchio continente l’opera di Hess si è sviluppata prima a Nord, poi verso Sud, muovendosi sulla verticale Scandinavia-Sicilia, qui illuminandosi di luce mediterranea, mentre l’ostilità nazista cercava di oscurarla. Era quindi logico rendergli un degno tributo con una iniziativa che coinvolgesse - sulle orme del suo itinerario artistico - uomini di cultura, istituzioni e organismi europei. Una guida invisibile mi portò di volta in volta sui luoghi adatti per sviluppare le fasi del mio progetto che prese finalmente corpo con la Mostra della Riscoperta delle opere di Louis Christian Hess inaugurata a Palermo il 26 novembre del 1974, proprio nel giorno esatto del 30° anniversario della morte del Maestro. Una data che nessuno aveva scelto, ma che coincideva con la prima disponibilità delle sale di esposizione del Palazzo del Turismo.
Sebbene svolgessi dal 1946 la mia attività giornalistica prevalentemente a Messina, devo ammettere che fino al 1960 nulla sapevo di questo straordinario artista e del suo intenso rapporto con la Sicilia. E dire che nell’estate del 1956, proprio nella Città dello Stretto, era stata allestita nella hall dell’Istituto “Verona Trento” la retrospettiva di un gruppo di opere di Hess, presentata dal direttore dell’Istituto d’Arte di Messina, prof. Salvatore Castagna. Inspiegabilmente non vi prestai attenzione ed ora, ripensandoci, mi viene da immaginare che il Maestro volesse rinviare l’incontro con me ad un momento più propizio. Premetto che il mio esercizio in fatto di mostre cominciò nel 1954 quando con i miei amici Giuseppe Arbusi e Venero Dominici, fotoreporter tra i più attivi in Sicilia, ideammo la “Mostra Messina Turistica destinata ai Paesi europei” che per otto anni consecutivi e con modestissimi mezzi riuscimmo a presentare in Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Svezia, Svizzera. In quegli anni assimilai utili insegnamenti ed esperienze nelle pubbliche relazioni con istituzioni di vari paesi, nella redazione di cataloghi in più lingue, nei contatti con la stampa estera, mentre alla routine del giornalismo scritto associavo nuove attività come co-autore del “Cinegiornale Sicilia” e di cortometraggi sulla ricostruzione, di addetto stampa di diversi organismi e corrispondente della Rai-Radiotelevisione italiana. C’era un‘altra singolare pratica da me sviluppata negli Anni 50 che mi sarebbe poi servita per impostare il progetto della Riscoperta di Hess: la realizzazione di una serie di album di documentazione foto-giornalistica su eventi culturali, turistici e sportivi. Inverosimilmente è da immaginare che il mio incontro con Louis Christian Hess non sarebbe mai avvenuto se nel febbraio del 1960 non avessi conosciuto sua nipote Luisa (divenuta mia moglie nel ‘61) che adesso sta curando un importante lavoro che servirà a conoscere meglio la vita dell'artista: la catalogazione e la traduzione dal tedesco in italiano dell’epistolario dello zio Luigi, come era chiamato in famiglia il pittore.
Quando ai tempi del fidanzamento Luisa mi presentò i suoi, la mamma
Emma Hess non tardò "Sono in un posto sicuro i miei quadri ?"
Era evidente che Emma sentisse su di sé il
peso |